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Il Giubileo della Speranza per l’Ucraina, promosso dal Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (MEAN) è sostenuto da diverse realtà della società civile, tra cui la nostra.

Un luogo significativo, il nostro, che si fa spazio di comunione tra associazioni e movimenti ecclesiali. Uno spazio che vuole esprimere sostegno e vicinanza a questa iniziativa, perché il tema della pace è troppo grande e urgente per essere affrontato da soli: va costruito insieme, in rete, unendo forze e visioni.

La forza della speranza concreta
Sentiamo il bisogno di sostenere e diffondere il Giubileo della Speranza, perché oggi più che mai abbiamo bisogno di segni forti e visibili che richiamino alla pace e ci spingano verso la ricerca concreta di soluzioni pacifiche ai conflitti.

Questo Giubileo ha in sé una forza profonda: la forza della speranza, non intesa come semplice augurio (“speriamo che vada tutto bene”), ma come fiducia concreta nella capacità dell’uomo di costruire vie di riconciliazione. Dove la guerra crea fratture, noi vogliamo generare “anticorpi di pace”.

Artigiani di pace: un impegno condiviso
Papa Francesco – come anche papa Leone XIV – ci ha invitati più volte ad essere artigiani di pace: non spettatori passivi, ma operai del bene. La pace si costruisce come in una bottega artigiana, fatta di relazioni, dialogo, scambio di esperienze e volontà comune di “fare insieme qualcosa di bello”.

È con questo spirito che, insieme al  Direttivo della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali (CDAL), abbiamo scelto di accogliere e appoggiare il Giubileo della Speranza, pur consapevoli delle difficoltà che l’impresa può comportare. La sfida è grande, ma il Vangelo ci invita ad andare oltre la paura.

Il Vangelo ci propone nella parabola del Buon Samaritano, lo stile da coltivare: di fronte a un uomo ferito, c’è chi passa oltre e chi si ferma, si fa vicino, cura le ferite, dona tempo.  Davanti ai popoli feriti dalla guerra, possiamo rispondere  con vicinanza, sostegno, cura.

Una proposta che si allarga al territorio
Non tutti potranno partecipare fisicamente al Giubileo in Ucraina, ma tutti possiamo esserne parte, sostenendo l’iniziativa, parlandone, e costruendo occasioni di partecipazione anche nei nostri territori.

Per questo, all’interno della CDAL, stiamo pensando di organizzare un evento locale in contemporanea con l’Ucraina, coinvolgendo anche i cittadini ucraini presenti nella nostra diocesi. Un momento “in sincronia” con chi sarà là, per dire, anche da qui, la nostra vicinanza e solidarietà concreta.

È ancora un’idea in fase iniziale, da definire, ma nasce dal desiderio comune di gettare semi di pace anche nella nostra Bergamo, perché i segni non restino isolati, ma si moltiplichino.

Pace da costruire, ogni giorno
Ogni domenica, nella liturgia, ci scambiamo un segno di pace. È un gesto semplice, ma essenziale: ci ricorda che la preghiera per la pace è importante, ma non basta. Occorre che la pace si faccia gesto, scelta, stile quotidiano.

Soprattutto oggi, in un tempo segnato da guerre e tensioni, abbiamo bisogno di educarci ed educare alla pace, in famiglia, nei gruppi, tra i giovani, nelle scuole, nelle associazioni. Costruire una “pace disarmata e disarmante”, come spesso si dice, significa non rincorrere la logica dell’armamento, ma coltivare relazioni pacifiche, capaci di prevenire il conflitto.

 Il Giubileo della Speranza per l’Ucraina è uno di questi segni: un passo coraggioso, che tutti possiamo accompagnare e sostenere.